Diario di un Sopravvissuto alla Crisi

Vita, morte e miracoli di una Startup nell'Italia della crisi economica

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33. Un anno di sopravvivenza alla Fantomatica C, alla ricerca della Massa Critica

15 FEBBRAIO 2015, ORE 16:30
ANNO II, GIORNO 1.

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È passato esattamente un anno.
Un anno di sopravvivenza alla Fantomatica Crisi Economica.
Un anno di Vittoria, la nostra startup.
Un anno fatto di alti e bassi, di decisioni giuste e di altre sbagliate, di successi, di test e di fuga dall’Italia.
Pensiamo di essere ancora nella fase di Test, tuttavia riteniamo che sia arrivato il momento di cominciare a pensare a un altro obiettivo, che potrebbe permetterci di trovare la via migliore per sopravvivere alla Fantomatica C.

Il nostro obiettivo è ora quello di riuscire a creare massa critica: un numero tale di clienti che ti possa permettere di attirarne altri solo grazie al numero di feedback, interazioni, prenotazioni o altro che sei riuscito a sviluppare. Quel numero che ti permette di crescere esponenzialmente, di poter fare dei test realmente significativi sui tuoi utenti, e che ti permette, soprattutto, di avvicinarti al tuo modello di business definitivo.

Il passo successivo, sarà quello di riuscire a raggiungere un trade-off importante tra: numero di utenti(la nostra massa critica) e riduzione del costo di creazione del prodotto/servizio.
E questa sarebbe roba che scotta.
Perché in quel momento, gli occhi degli Investitori potrebbero cercare proprio Vittoria.

E allora ci siamo, dove siete clienti? Dove siete persone che vogliono cambiare il mondo con noi? È giunto il momento di trovarvi.

Ma è anche giunto il momento di mettere in piedi delle campagne di marketing, alla ricerca della Massa Critica.
Ed è giunto il momento di metterci in piedi e iniziare a correre, alla ricerca della Fantomatica C.
Perché è giunto il momento, dopo un anno intero, di affrontare lo scontro finale con la Fantomatica C.

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23. Innamoratevi della vostra Startup(ma non troppo)

30 SETTEMBRE  2014, ORE 15:21
GIORNO 227

Sopravvissuti.
Anche questa settimana, anche oggi.

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Salvi per un pelo.
La Fantomatica C  ci stava per travolgere come un fiume in piena, proprio in questo giorno di pioggia.
Un giorno di pioggia, in cui sembra che il mondo se ne freghi della condizione di un’Italia che sta sprecando il proprio patrimonio e la propria “migliore gioventù”,  in cui stavamo per compiere una scelta sbagliata.
Una di quelle scelte che rischia di farti precipitare.
E solamente perché siamo stati troppo innamorati della nostra idea imprenditoriale.

Non so identificare l’errore che abbiamo compiuto: non so.
Presunzione?
Non curanza?
Sostanzialmente stavamo per compiere una scelta strategica che avrebbe fatto si che il nostro prodotto non potesse essere utilizzato con semplicità dai clienti.
Stiamo parlando di piccole sliding doors che ti cambiano la vita. E nel nostro caso, Vittoria ci avrebbe rimesso una marea di users, per il solo motivo che l’utilizzo non sarebbe stato abbastanza intuitivo come invece, speriamo, sarà.

sliding doors diary of a crisis survivor

Ci siamo accorti del problema solamente grazie ad un “amico tester” che ci ha semplicemente chiesto: Perchè dovrei fare una cosa del genere?”.

Non è stato facile far si che tutto il team si rendesse conto dell’errore. Me compreso. Eravamo troppi innamorati di quella impostazione iniziale al punto di pensare che, secondo il nostro presuntuoso parere, questa incarncasse anche la filosofia della nostra startup.

In realtà è molto più facile cambiare piuttosto che rimanere innamorati della propria idea imprenditoriale(e rischiare di sbagliare), del resto il cambiamento è inevitabile, quindi bisogna prevederlo, controllarlo e adattarsi.

Dovremo imparare tutti da ciò che dice Eric Ries, nel suo “The Lean Startup”: una startup è un’istituzione umana, creata per dar vita a un nuovo prodotto, in condizione di estrema incertezza”, e proprio perché ci si trova in questa situazione di estrema incertezza è necessario essere consapevoli  del fatto che i prodotti/servizi creati da una startup sono esperimenti. Ed in quanto tali vanno concepiti in una precisa sintesi metodologica di Creazione–>Misurazione–>Apprendimento. Eric Ries docet.

 

Sbagliare non è sbagliato, quindi…basta che si rimedi e si sia abbastanza umili da rendersene conto:
Non innamoratevi troppo della vostra Startup. Fate sì che i vostri clienti si innamorino di lei.

 

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22. 10 consigli comportamentali per sopravvivere, con la propria Startup, alla Fantomatica C in Italia

22 SETTEMBRE 2014, ORE 22:00
GIORNO 219

E’ un altro lunedì da sopravvissuto.

Come prevedibile, la Fantomatica C non ha arrestato la propria avanzata, e l’Italia, nonostante i proclami del Governo Renzi, continua con le false partenze(e le istituzioni, le agenzie di rating e gli investitori continuano a fermare la gara).
Questo racconto di Vittoria, la mia startup, è stato da me creato per cercare di rendere partecipi non solo gli aspiranti startupper, delle incredibili difficoltà nella creazione di un’impresa in Italia, ma anche per tutte le persone che hanno bisogno di essere incoraggiate.
Il momento è difficile per tutti.
Per questo oggi ho deciso di sdrammatizzare e fornirvi 10 consigli comportamentali che possono aiutarvi a sopravvivere alla Fantomatica C:

1) Sii Vigile:
Sia perché le opportunità spesso sono davanti ai nostri occhi e non ce ne accorgiamo, sia perché, in questo paese, è sempre meglio stare attenti, non si sai mai che qualcuno ti rubi l’idea imprenditoriale o entri nel tuo capitale sociale e, in men che non si dica, ti faccia fuori. 

2) Sii Positivo:
Non importa se sei nelle grinfie della Fantomatica D(Disoccupazione), non importa se non riesci a migliorare i risultati del tuo business. Domani è un altro giorno, e prima poi l’Italia dovrà rialzarsi, e per farlo, dovrà attuare delle riforme pro lavoro, imprese e startup. Come la tua.

3) Stay Hungry…:
Come diceva Steve Jobs, non per essere banale, bisogna essere affamati, non lasciarsi andare alla spirale di negatività che si respira per le strade delle città italiane, ma ricercare sempre nuovi stimoli, nuove avventure imprenditoriali, con la costante voglia di un calciatore all’esordio.

4) …stay Foolish:
Ed è vero. Solo quelli che rischiano, raggiungono i risultati. Come detto mi chiamano l’Astronauta, per la mia capacità di spaziare con il pensiero e le strategie in modo concreto.

5) Sii Maniacale:
nell’organizzazione del tuo tempo, del lavoro, e nel controllo dei risultati.
Trova sempre un modo di misurare oggettivamente i tuoi risultati.
Se ci riuscirai, la tua startup potrà essere costantemente migliorata e sarà più vicina a sconfiggere la Fantomatica C.

6) Circondati del giusto Team:
E sii disponibile per loro, perché saranno loro che risolveranno i tuoi problemi quando tu non potrai, e insieme, se ben settati, formerete una squadra vincente.

7) Sii Umile:
Stai sempre a testa alta, ma, essendo in un paese per vecchi, tieni presente che non hai il coltello dalla parte del manico; per questo, e perchè “l’umiltà fa grande un uomo” tieni un low profile sino al momento giusto..

8) Sii Paziente:
..aspetta attendi il momento giusto. L’Italia non ripartirà almeno per un altro anno. Fino a quel momento stai sulla cresta dell’onda, galleggia e sopravvivi con la tua startup, ma non smettere mai di provarci.

9) Sii curioso:
Informati, leggi, prova, sperimenta. Nel 2014 devi essere in grado di sapere come si crea un sito, si gestisce un social network, ma anche perchè la tua startup non raggiunge i risultati sperati….e non dimenticare: guarda ai modelli di successo all’estero e prova ad applicare questi nella tua realtà.

10) “State Pronti,
perché non sapete nè il giorno, ne l’ora”,
in cui la Fantomatica C busserà alla vostra porta.
E, in quel momento, dovrete sapere come fare per salvare la vostra startup.

17. Perchè scrivere un Business Plan per la propria Startup?

22 LUGLIO 2014, ORE 13:52
GIORNO 157

Tim non ce l’ha fatta.

La Fantomatica C ce l’ha fatta invece: lo ha preso.

Irlanda del Nord, biglietto di sola andata. Un lavoro ben retribuito e la possibilità di crescere professionalmente.

Treni da prendere al volo. In Italia. Nel 2014.

 

Abbiamo perso il nostro tuttofare. Vittoria, la nostra startup, ha perso un elemento importante del suo team, costretto come tanti altri giovani ad espatriare.

E ora?

Continuiamo a programmare, e oggi abbiamo cominciato a redigere il Business Plan della startup.

Leggevo delle percentuali: mediamente solo il 27 % degli imprenditori di piccole e medie imprese hanno realizzato un business plan (http://www.pinterest.com/pin/61220876159478523/).

Forse la loro scarsa cultura imprenditoriale non li ha spinti a redigerlo, o semplicemente, fortuna loro, sono stati talmente bravi da non averne bisogno.

In realtà le motivazioni che spingono a creare un Business Plan sono diverse:

1- Mettere in forma scritta le idee di business: questo permette all’imprenditore di “crescere”, individuare le criticità(se affiancato dai giusti consulenti), apportare determinate azioni correttive, e settare le strategie adeguate;

2- Cercare Investitori;

3- Partecipare a Startup Competition / Bandi per Startup (e qui entra in gioco anche il cosidetto Pitch).

 

Conseguentemente la forma di un Business Plan dovrebbe variare a seconda dell’obiettivo dello stesso: dev’essere comunicativamente efficace in base alle esigenze.

 

Last but not least, la struttura del Business Plan: di questo punto parlerò in un altro post, ora devo lasciare il blog.

Ho una skype-call con una multinazionale che ha sede in Germania.

 

Si, è così, La Fantomatica C sta cercando di prendere anche me, e portarmi fuori dall’Italia.

Ce la farà?

16. Best Practice: quando il calcio è lo specchio della nazione in cui vivi.

16 LUGLIO 2014, ORE 16:00
GIORNO 151

 

Ci hanno tolto anche il calcio.
La Germania e i tedeschi.

Non che a me interessi oramai più di tanto di questo sport, ma sinceramente, in una delle poche partite che ho visto di questo Mondiale di calcio, mi è sembrato di vivere una lotta tra razionale(Germania) e irrazionale(Argentina).
E questa volta il talento e la creatività hanno perso.

Questo vuol dire che i tedeschi sono riusciti ad applicare la loro metodologia, la loro determinazione, la loro professionalità anche allo sport, programmando da quasi un decennio questo risultato.

Ma soprattutto hanno valorizzato al meglio le loro risorse.

Come del resto riescono, con il proprio modus operandi(un modus operandi all’insegna della “correttezza”, ben lontano dai canoni italiani) a fare ogni giorno con le loro imprese, con le loro pubbliche amministrazioni e con le loro startup. Non a caso Berlino è il simbolo dinamico di questa rinascita tedesca. Basata sulla Programmazione, sulla Correttezza e su questo riuscire a raggiungere i risultati senza clamori.

Poco da fare: la Germania e i tedeschi sono una best practice. E questo approccio qua andrebbe totalmente “inseminato” nelle nostre Startup.
Io nella mia startup ci sto provando, e anche se la Fantomatica C mi sta spingendo fuori dal paese, ho programmato da lontano il lavoro di Vittoria, ho cercato di lavorare all’insegna della correttezza e della lealtà, e soprattutto ho affidato le responsabilità al team, valorizzando così le risorse che ho a disposizione.
Un approccio” tedesco”?
No, questo è il giusto approccio per riuscire a sconfiggere la Fantomatica C

15. Sapete qual’è il cliente ideale della vostra Startup?

7 LUGLIO 2014, ORE 16:54
GIORNO 142

Quanto è dura creare una startup in Italia nel 2014?

E’ per questo che oramai da 4 mesi, racconto della mia startup, di Vittoria(il suo nome), ma sostanzialmente racconto della condizione dei giovani in Italia, nel 2014. Racconto di quei giovani che hanno voglia di fare e che ci provano quotidianamente, senza deprimersi o abbandonarsi alle grinfie della Fantomatica C. Più precisamente racconto di quei giovani che, spinti da entusiasmo e passione, hanno un’idea imprenditoriale e vogliono concretizzarla.

Mentre tante startup e imprese muoiono perchè attanagliate dal Fisco(o per tanti altri motivi), Vittoria procede, e lo step che abbiamo compiuto recentemente(molto recentemente, ieri per la precisione) è stato quello di individuare il Target verso il quale ci rivolgiamo: individuare il cliente tipo per i nostri servizi.

Questo tipo di attività, che consiste in un complesso processo, non è effettivamente svolto dalla maggior parte delle imprese, in quanto spesso si ha la paura di ridurre le proprie p0ssibilità di business a fronte di un’offerta rivolta a una sola precisa categoria.

In realtà non è proprio così: il target infatti si può individuare in maniera più o meno schematica. Ad esempio decidere di rivolgersi ad un pubblico anziano, non vuol dire solamente rivolgersi propriamente a coloro che hanno sopra tot anni di età, ma anche rivolgersi a coloro che devono assicurare che la vita di queste persone possa essere discretamente soddisfacente(figli o chi di dovere). Insomma una complessa analisi.

Ma a cosa serve individuare un target predefinito? è uno step necessario per ogni tipo di startup per diversi motivi, i più importanti probabilmente sono:

  1. Individuazione delle politiche di prezzo da concretizzare;
  2. Individuazione del tipo di Comunicazione da attuare;
  3. Individuazione del procedimento di acquisto da parte del consumatore.

Un passo essenziale per ogni startup.

Vittoria sa qual’è il suo cliente ideale, e voi?

12. Storia di un giovane imprenditore italiano (disoccupato).

17 GIUGNO 2014, ORE 19:44
GIORNO 122

 

La Fantomatica C non mi ha preso, eppure eccomi qua: trovo meno energie e meno tempo per raccontare la mia startup di quando ero un lavoratore dipendente.

Certo che in questo paese a 30 anni sei proprio uno sfigato.

Il mondo del lavoro o ti ha scartato o ti rigetta fuori appena può(“sei troppo esperto/hai troppi titoli/pretendi troppo, non possiamo permetterci una risorsa a questo prezzo”).

Non so se ne avete sentito parlare ma si tratta di quel problemino che abbiamo in Italia..il suo nome è  Disoccupazione. Quasi quasi mi viene da dire la Fantomatica D, si proprio lei, la cugina della Fantomatica C. Ecco dove ci troviamo noi trentenni. Era necessario che lo dicesse anche il Fondo Monetario Internazionale?(http://www.corriere.it/economia/14_giugno_17/fmi-avverte-in-italia-disoccupazione-livelli-inaccettabili-9b8fb96a-f634-11e3-9bf3-84ef22f2d84d.shtml)

Eppure sarebbe così facile: il solo pensare che in un futuro non troppo lontano la mia startup possa partire e possa dar da lavorare a un gruppo tra  i 5 e i 10 giovani, rende l’idea di quale potenziale abbia la creazione di una startup.

Certo, non è tutto così facile. E’ stato necessario fare un grosso lavoro di analisi e ricerca dei profili che ci servivano(all’inizio eravamo solo in tre, come racconto nel pezzo “L’importanza di chiamarsi Team” http://diariodiunsopravvissutoallacrisi.wordpress.com/2014/02/25/limportanza-di-chiamarsi-team/ ) per trovare le risorse umane  e soprattutto per strutturare il lavoro per processi.

Però ci stiamo riuscendo, almeno per ora. Ed è un lavoro che ogni startup, a mio parere, dovrebbe strutturare: capire dove vuole andare, quali obiettivi raggiungere e soprattutto utilizzando quali risorse umane, con quale responsabilità e relativi obiettivi.

Così noi combattiamo quotidianamente la Fantomatica D.(e la Fantomatica C).

11. O qui si fa la Startup o si muore

03 GIUGNO 2014, ORE 17:12
GIORNO 108

“Our mother has been absent, ever since we founded Rome. But there’s going to be a party when the wolf comes home”            

“Nostra madre è stata assente, da quando abbiamo fondato Roma. Ma ci sarà una festa quando il lupo(o la Fantomatica C) tornerà a casa”

Umori da Startup. e da startupper. Oggi ci sentiamo così.

Completamente abbandonati da chi avrebbe dovuto creare un paese migliore per i propri figli e i propri nipoti. Il mondo del lavoro e la classe politica. La Fantomatica C. Quando se ne andrà faremo una grande festa. Questo è poco ma sicuro. Perchè vorrebbe dire che siamo riusciti a non lasciare il paese e avere successo con le nostre startup. 

Questo non è un grido d’aiuto ma un post di denuncia. Per ricordare a tutti i giovani startupper italiani che siamo in pochi ma ce la possiamo fare. Tecnicamente parlando, rispetto ad altre generazioni, disponiamo dello strumento migliore per superare queste difficoltà: la rete.

Internet appunto ci ha fornito vie migliori per condividere e, nel particolare della nostra startup, ci ha portato a dividere le esperienze con un’altra startup, dando luogo ad una partnership strategica con il preciso obiettivo di spalleggiarci per affrontare il mercato, soddisfando due tipi di esigenze diverse ma complementari.

 

Quanto è importante condividere nel 2014? Fondamentale. Perchè se ci mettiamo insieme e condividiamo esperienze, errori e idee, forse ce la possiamo fare.

L’alternativa è una sola, lasciare il paese, e far morire le nostre startup.

Per quanto mi riguarda sono pedinato dalla Fantomatica C da quando ho lasciato il mio lavoro. Sono diventato da meno di un mese un lavoratore autonomo con un pugno di clienti in tasca, pochi euro di reddito, e un progetto imprenditoriale nel cuore. E sto pensando seriamente di lasciare tutto e cambiare paese.

E’ il mio team che cerca di motivarmi in questi giorni di buio, ricordandomi quotidianamente ciò che abbiamo passato, le difficoltà che abbiamo superato insieme, e soprattutto tutto ciò che abbiamo condiviso. Per questo, se voglio rimanere in Italia e sopravvivere alla Fantomatica C  l’unica soluzione  è la mia startup.

E quindi, in Italia, oggi, “o si fa la Startup o si muore”.

 

10. Disinformazione.

26 MAGGIO 2014
ORE  16:16
GIORNO 100

Disinformazione. Il motivo per il quale tanti bei progetti falliscono.

Startup o Politici.

Disinformazione è anche la parola emblema delle ultime elezioni politiche europee, a mio parere.

La maggior parte degli italiani non ha potuto beneficiare di un corretto sistema di informazione da parte dei mass-media e dei partiti politici, anche perché, nell’ultima settimana, i tre “Grandi Capi”(Renzi, Grillo e Berlusconi) hanno pensato solamente ad insultarsi tra loro. E il cittadino non sapeva nemmeno come votare(seriamente ho visto tanta gente che si chiedeva “ma cosa devo fare, barrare qua e la?il nome dove lo metto?cosa è questa storia della data di nascita?!”).

E poco conta che abbia vinto il Partito Democratico..in Italia in questo momento l’unico sconfitto è il cittadino…che poco sa di quel che realmente succede nei palazzi politici e che quotidianamente deve sopravvivere alla Fantomatica C.

Consapevole dell’importanza della Comunicazione ho posto il problema al team della mia startup, e da un paio di settimane a questa parte, stiamo strutturando un piano di Marketing, a livello strategico e a livello operativo. Probabilmente ve lo racconterò.

Intanto siamo bloccati nella fase fondamentale di individuazione del target a cui si rivolge la nostra startup(il passo numero 1 in una definizione di Strategia di Marketing): analisi di mercato e conseguente fattibilità e sostenibilità dell’idea. C’è tanto da fare. Perché le fasi successive saranno quelle di lavorare a stretto contatto con D la nostra designer e con “I Nerd per caso”, i quali si occuperanno rispettivamente della grafica e dello sviluppo.

Ma intanto noi faremo di tutto per informare i “nostri clienti target” su quel che facciamo, come lo facciamo e soprattutto sul perché.  Intanto, sinchè non saremo sul mercato, ci penserò io qua.

La disinformazione non è altro che un’aiutante della Fantomatica C.

La combatteremo, anche per voi.

8. Risparmio o Qualità? La scelta della Strategia Competitiva per una Startup

02 MAGGIO 2014, ORE 13:50
GIORNO 75

 

Sono stanco.

Stanco di un sistema malato, in un’Italia che cerca di rialzarsi ma non ha forza nelle gambe.
E la depressione della gente. La Fantomatica C sta ingrossando le proprie fila: ogni giorno ci sono vittime in più. Dalle “vere vittime“(cioè coloro che realisticamente non ce la fanno), a coloro che, essendo troppo depressi, non fanno nulla per sopravvivere, e così facendo ingrossano le fila della Fantomatica C, lasciandosi andare a una vita senza stimoli e abbandonando dei bei progetti lavorativi, compresi di startup.

E’ difficile lavorare sulla propria startup in questo ambiente.

Ieri notte infatti, alla nostra riunione settimanale della startup, c’è stata una lite. Il motivo? La scelta strategica del vantaggio competitivo da perseguire.
Risparmio o qualità, quante volte avrò sentito questa frase.
Alla tv, negli spot. Teoricamente, ogni impresa, consapevolmente o inconsapevolmente, quando inizia la propria attività, compie una scelta strategica di vantaggio competitivo: puntare sulla qualità del proprio prodotto e quindi puntare sul fatto che i clienti siano disposti a pagare un premium price per quel plus che ha l’impresa, o sostenere bassi costi e offrire il prodotto al mercato ad un prezzo più competitivo dei competitors?
A queste due strategie competitive di base, Michael Porter(nel suo “4 competitive strategies”) aveva abbinato un’altra variabile: la scelta del raggio d’azione, ossia a quanti clienti miri, l’intero mercato, una nicchia o addirittura una nicchia nella nicchia?
Per farvi capire meglio, pochi esempi per le diverse strategie competitive:
– strategia di differenziazione(qualità, mercato vasto): Apple con i suoi Iphone;
– strategia di leadership di costo(risparmio, mercato vasto): Ikea;
– strategia di focalizzazione sulla differenziazione(qualità, nicchia): Ferrari;
– strategia di focalizzazione sulla leadership di costo(risparmio, nicchia): Auchan.

In realtà c’è anche chi dice che la scelta del vantaggio competitivo non sia una cosa fondamentale, e che, conseguentemente non paghi essere coerenti.

Quale sia la scelta migliore per una startup? Non si può rispondere così, la soluzione varia caso per caso, è una cosa estremamente relativa.
Io ritengo che il futuro della nostra startup sia una scelta di vantaggio competitivo di focalizzazione sulla leadership di costo(INDIZIO N.4), Tim la pensa come me. Gli altri no. E da qui la lite. Irrisolta.

Anche se c’è chi, come Instagram, non compie una scelta(prima di un determinato tot di tempo) e ha successo, l’importante è non stare in mezzo al guado troppo a lungo: è come essere in uno di quei fragili ponti sulle Ande, sospeso su un burrone profondissimo, con la possibilità di andare da una parte(qualità) o dall’altra(risparmio)..ma se si rimane a metà del percorso, le corde prima o poi si spezzano e l’impresa finisce(doppio senso ricercatamente voluto).

E la stessa cosa per l’Italia: un paese che per storia e capacità dovrebbe fortemente puntare sulla qualità, si sta facendo ammaliare dalle sirene dei bassi costi, e così rimane a metà del ponte, rischiando di cadere.

Mentre la Fantomatica C, ai piedi del burrone, aspetta. E ogni giorno fa una vittima in più.

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