Diario di un Sopravvissuto alla Crisi

Vita, morte e miracoli di una Startup nell'Italia della crisi economica

Tag: Italy

32. Combattere il caos organizzativo

3 FEBBRAIO 2015, ORE 14:39
GIORNO 353

Disordine.
Il nostro è un mondo disordinato.
E la Fantomatica C non ha fatto altro che approfittare della situazione, e far aumentare il livello di caos.

In particolare in Italia, dove è meglio trovare un lavoro per sopravvivere piuttosto che avventurarsi nella creazione della propria impresa.

Anche per questo, perdendo pezzi lungo il tragitto, siamo dovuti scappare dall’Italia. Probabilmente però il discorso è valido in qualunque paese del mondo: nessuno ti regala niente, e devi essere in grado di trovare il giusto  trade-off e scegliere la migliore formazione da schierare in campo, a seconda del giorno.

Abbiamo programmato, abbiamo ottimizzato, abbiamo testato, ma nonostante tutto ciò, la Fantomatica C ci ha trovato ed è venuta a bussare alla nostra porta.
Ci serve qualcosa di più semplice, ma al tempo stesso qualcosa di più concreto: qualcosa che possa farci capire dove siamo, come ci siamo arrivati, e quale direzione prendere.

Così mentre in Italia si continua a parlare del nuovo Presidente della Repubblica, continuando ad ignorare i problemi della popolazione, noi abbiamo adottato uno strumento che ci permetterà di capire dove siamo, cosa ci manca, quali sono le Milestone, quali attività compiere: abbiamo adottato un meccanismo di controllo con un semplice, efficace e condiviso Gantt.

Sarà utile? Non lo so ma lo spero.
Almeno qualcosa riusciremo a capirla.

Magari capiremo proprio di essere dei deficienti, che questo progetto di impresa non si doveva realizzare, ma eravamo troppo innamorati dell’idea per negare l’evidenza.

Magari capiremo, come hanno capito gli altri team member che ci hanno lasciato, che non dovevamo lasciare l’Italia, ma semplicemente accontentarci di un lavoro.

Magari capiremo invece che tutto ciò che abbiamo fatto era parte di un lungo percorso, che ti porta costantemente ad affrontare delle scelte spiacevoli(senza sapere se la scelta sia giusta o sbagliata).

Magari capiremo quale è la via per tornare a casa.

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24. Startup & Innovazione: una relazione non sempre sincera

20 OTTOBRE 2014, ORE 21:30
GIORNO 247

Essere innovativi.

Tutti dicono di esserlo nessuno lo è.
Per me innovazione è soltanto “qualsiasi cambiamento che porti ad un miglioramento”.
Tutto il resto è noia.

Dopo aver costituito la nostra società stiamo procedendo con la richiesta di iscrizione al registro delle startup innovative(istituite dal governo del generale europeo Monti).

Si tratta di una particolare categoria di società di capitali, non quotate, e con sede ovviamente nel paese distrutto dalla Fantomatica C: l’Italia.

 Posto che è necessario soddisfare sette requisiti ben precisi (tra cui non aver mai distribuito utili, essere costituiti da meno di 4 anni, investire in Ricerca & Sviluppo un determinato quantitativo, avere come oggetto sociale “lo sviluppo/produzione di prodotti/servizi ad alto valore tecnologico”),
che soddisfiamo (INDIZIO N.7) , i benefici a cui si può accedere sono diversi e rilevanti:

  1. Meno burocrazia per lo svolgimento dell’attività d’impresa(in Italia è tutto dire!!);
  2. Incentivi tributari per la startup;
  3. Incentivi tributari per chi investe nella startup(in Italia è cosa rara);
  4. Utilizzare contratti lavorativi flessibili;
  5. Possibilità di accedere al Crowdfunding.

Aspettiamo un verdetto dal Ministero.
Le cose si stanno facendo serie.
Finalmente.
Startup & Innovazione, un rapporto non sempre vero.

18. Resto in Italia. Per ora. Per costruire la mia Startup

29 LUGLIO 2014, ORE 10:37
GIORNO 164

Resto in Italia.
Per ora.

La Fantomatica C non è riuscita a prendermi.
 L’offerta dalla multinazionale tedesca non era abbastanza allettante.
Il trade-off pendeva a favore di Vittoria, la mia startup.
 E ora?

Continuiamo a programmare: in questo momento abbiamo appena concluso un’intensa fase di brainstorming e ora si parte con la redazione del Business Plan.

Premesso, come nell’ultimo post che la struttura, la forma e le informazioni di un Business Plan cambiano a seconda dell’obiettivo(e quindi del destinatario), il nostro business plan sarà sostanzialmente diviso in due macrosezioni:

  • Una parte qualitatitiva;
  • Una parte quantitativa.

All’interno della prima sono presenti tutti quegli elementi che costituiscono l’analisi concreta dell’ambiente di riferimento interno ed esterno alla startup. Specificamente, nella parte qualitativa del Business Plan di Vittoria analizzeremo prima l’arena competitiva e le strategie per riuscire ad ottenere  un vantaggio competitivo sui concorrenti; in seguito provvederemo ad analizzare il nostro sistema aziendale, nelle sue diverse componenti.

La parte quantitativa aggrega una serie di dati importanti ai fini delle previsioni e analisi economico-finanziarie.

Su questo punto siamo carenti(per ora). Ma ci faremo aiutare dai giusti giovani professionisti.

 

Last but not least, l’Executive Summary che sintetizza in poche righe tutto il contenuto del Business Plan. Efficacia, Oggettività, Pazzia e Servizi Online (INDIZIO N.6).

 

Eccoci, ecco Vittoria, colei che sconfiggerà la Fantomatica C.

17. Perchè scrivere un Business Plan per la propria Startup?

22 LUGLIO 2014, ORE 13:52
GIORNO 157

Tim non ce l’ha fatta.

La Fantomatica C ce l’ha fatta invece: lo ha preso.

Irlanda del Nord, biglietto di sola andata. Un lavoro ben retribuito e la possibilità di crescere professionalmente.

Treni da prendere al volo. In Italia. Nel 2014.

 

Abbiamo perso il nostro tuttofare. Vittoria, la nostra startup, ha perso un elemento importante del suo team, costretto come tanti altri giovani ad espatriare.

E ora?

Continuiamo a programmare, e oggi abbiamo cominciato a redigere il Business Plan della startup.

Leggevo delle percentuali: mediamente solo il 27 % degli imprenditori di piccole e medie imprese hanno realizzato un business plan (http://www.pinterest.com/pin/61220876159478523/).

Forse la loro scarsa cultura imprenditoriale non li ha spinti a redigerlo, o semplicemente, fortuna loro, sono stati talmente bravi da non averne bisogno.

In realtà le motivazioni che spingono a creare un Business Plan sono diverse:

1- Mettere in forma scritta le idee di business: questo permette all’imprenditore di “crescere”, individuare le criticità(se affiancato dai giusti consulenti), apportare determinate azioni correttive, e settare le strategie adeguate;

2- Cercare Investitori;

3- Partecipare a Startup Competition / Bandi per Startup (e qui entra in gioco anche il cosidetto Pitch).

 

Conseguentemente la forma di un Business Plan dovrebbe variare a seconda dell’obiettivo dello stesso: dev’essere comunicativamente efficace in base alle esigenze.

 

Last but not least, la struttura del Business Plan: di questo punto parlerò in un altro post, ora devo lasciare il blog.

Ho una skype-call con una multinazionale che ha sede in Germania.

 

Si, è così, La Fantomatica C sta cercando di prendere anche me, e portarmi fuori dall’Italia.

Ce la farà?