5. Modelli di Business in tempi di Crisi
di diariodiunsopravvissutoallacrisi
5 MARZO 2014, ORE 14:13
GIORNO 19
Ieri è stata una giornata positiva. Per me. Per altri non so.
Sembra che nell’Est Europeo non se la cavino proprio bene. Ma io dico, come si fa, nel 2014, a rischiare certe escalation? Non sarebbe stato più adeguato sedersi ad un tavolo(la faccio molto facile) e sedersi e discuterne?
Da un lato, a dar ragione alla Russia, ci sono gli abitanti della Crimea che rivendicano una patria diversa(e a quanto dice Wikipedia, dal 1992 sono effettivamente una repubblica autonoma all’interno dell’Ucraina); dall’altro ci sono degli interessi economici spropositati. Il 19 febbraio 1954, la Crimea venne regalata dal leader sovietico Chruscev all’Ucraina, ma solo a partire dal 1989, la Russia(non essendo più URSS) non ha più potuto beneficiare del potente porto sul Mar Nero. E quindi sta cercando il modo di riprendere a guadagnare da quella regione.
Strano ma vero la mia startup ha lo stesso obiettivo: capire come riuscire a guadagnare(detto proprio in parole spicciole).
Nella sostanza, settare il Business Model, per concretizzare l’idea: parlo quindi di una miriade di variabili da legare tra loro con coerenza, dal reperimento dei clienti, all’acquisto concreto del prodotto/servizio, passando per l’inserimento di forme di sponsorship o di B2B. Senza questo passaggio qualunque startup è spacciata.
Noi non vogliamo lavorare per la gloria, tantomeno fare beneficenza(anche se tutte le nuove teorie sulle imprese e la responsabilità sociale mi piacciono da morire, e in un futuro, se Dio ce lo permetterà, non rinunceremo a sviluppare un modello di business che stia attento allo sviluppo sociale del nostro territorio di riferimento).
Nella mia breve carriera da consulente, ho sentito di imprenditori con idee imprenditoriali fantastiche ma che sono morte per la mancanza di un efficace modello di business.
Per realizzare il nostro modello D, la nostra designer, ha acquistato una lavagna, di quelle con n fogli da utilizzare. Da ieri la lavagna magica si trova a casa dei Nerd per Caso(oramai non è una casa è l’ufficio della nostra startup), e così ieri abbiamo cominciato a disegnare il nostro modello, per capire meglio come riuscire a monetizzare. Semplicemente poter esplicitare con un disegno, uno schema o una tabella il modello, ci ha dato la possibilità di riflettere. E’ una cosa che consiglio vivamente agli aspiranti startupper come noi.
Per ora vediamo ancora un po scuro, molto probabilmente cercheremo di differenziare le forme di guadagno(anche se può risultare una mossa rischiosa), ma sicuramente una fonte di guadagno sarà costituita dal Pay Per Click(INDIZIO N.2).
Il punto è che(come ripetuto n-volte):
- l’Italia non è la Silicon Valley, la patria delle startup di successo, dove i Business Model funzionano(probabilmente è questione anche di cultura imprenditoriale e apertura al cambiamento)
- la Silicon Valley ha evidentemente trovato un modo per combattere e sconfiggere la Fantomatica C, l’Italia invece si trova ancora nella fase di valutare come riuscire a sopravvivere alla Fantomatica C.
In ogni caso, l’esigenza di monetizzare è tra i primi motivi per i quali si crea una startup, per cui è un passo fondamentale che ci troviamo ad affrontare; solo in questo modo potremo continuare a sognare in grande con la nostra startup(in barba alla Fantomatica C).